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giovedì 29 maggio 2014

Maratona di Roma "RACE for the CURE"




Sono stati oltre 60mila i partecipanti alla

Race For The Cure 2014

che si è svolta a Roma, corsa dedicata alla sensibilizzazione alle malattie femminili e in particolare al cancro al seno.

 
 
Fra di loro erano circa 5mila le "donne in rosa", quelle cioè stanno affrontando o hanno sconfitto la malattia e che domenica mattina hanno preso parte all'evento indossando una speciale maglietta. Madrine della XV Race For The Cure che si è svolta a Roma erano Maria Grazia Cucinotta e Rosanna Banfi. Presente anche Judy Salerno, il presidente della Komen (associazione promotrice della maratona) nonché il sindaco di Roma Ignazio Marino e il ministro della Salute Beatrice Lorenzin. La maratona di 5 chilometri partita dal Circo Massimo con arrivo in via dei Cerchi, è stata vinta per le donne da Laila Soufyane (Esercito), che ha tagliato il traguardo in 16 minuti e 50 secondi, e per gli uomini da Fabiano Carrozza (Aeronautica), che ha chiuso in 14 minuti e 39 secondi.
 
 
E tra i tanti c'eravamo anche noi...................
Sara, Chiara Q., Manal, Carolina, la maestra Roberta
e i nostri rispettivi genitori.

























 

Catacombe di San Callisto

Il giorno 20 maggio siamo partiti con l'autobus 716 per andare alle Catacombe di San Callisto
e alle Fosse Ardeatine.
Arrivati
abbiamo conosciuto la guida di nome Aurora che ci ha spiegato da fuori come erano strutturate le catacombe all'interno usando delle immagini. Alcune immagini rappresentano dei simboli che avremmo trovato sulle tombe. Dopo siamo entrati, abbiamo visitato solo il secondo livello perché il primo è crollato sopra il secondo e il terzo e il quarto sono riservati agli archeologi. Abbiamo iniziato la visita andando alle cripte dei Papi, abbiamo incrociato segni lasciati dai pellegrini come il pesce, simbolo di Cristo. Giunti alle cripte dei Papi la guida ci ha detto che i Papi erano nove, di essi cinque ritrovati e tre vescovi, i loro nomi erano incisi su pilastri di marmo, che però molti erano stati rubati dai barbari. Dopo abbiamo visto la statua distesa di Santa Lucia, morta perché professava la religione Cristiana, infatti lo scultore ha voluto riprendere il segno delle dita, cioè sulla mano destra tre dita che rappresentavano il padre,figlio e spirito santo e la mano sinistra con un dito che rappresenta che Cristo è uno solo. Continuando la visita abbiamo visto le tombe dei ricchi con affreschi sull'arco sopra la tomba. La tomba dei ricchi, al contrario di quelle dei poveri, erano grandi, belle e potevano ospitare più morti. Per tutte le catabombe c'erano i lucernari che davano luce alle catacombe, servivano anche per portare giù i materiali ai fossori. Dopo siamo entrati in una piccola cappella dove abbiamo potuto riflettere sulla visita e fare delle domande alla guida.
All'uscita delle Catacombe ci siamo fermati nei giardini della struttura per riposarci e mangiare

Infine ci siamo diretti alle Fosse Ardeatine, situate nelle vicinanze.
Le fosse Ardeatine è il luogo in cui si conservano 335 tombe di morti, perché durante la Seconda Guerra Mondiale i partigiani italiani hanno ucciso 32 soldati tedeschi, allora loro si sono vendicati uccidendo 10 italiani innocenti per ogni soldato tedesco morto, e nel contare si sono sbagliati uccidendone di più. Li hanno poi messi in queste fosse e cercando di togliere ogni traccia hanno fatto esplodere le fosse, ma dei contadini lì vicino hanno visto una grossa buca e i corpi delle persone morte. Quindi oggi è possibile venire in questo luogo per commemorare le persone uccise. In silenzio e con rispetto ci siamo avvicinati a queste tombe,
abbiamo letto i loro nomi, abbiamo visto le loro foto, alcuni di loro avevano meno di 18 anni, altri fratelli o padri e figli, alcuni cristiani altri ebrei.
Questa gita è stata molto interessante e ci ha colpito molto.

domenica 11 maggio 2014

Villa di Massenzio



Il giorno 14 maggio 2014 siamo andati in gita alla Villa di Massenzio
, naturalmente con i mezzi pubblici, prima l'autobus 769 e poi il 118. Quando siamo arrivati abbiamo conosciuto le guide: Lucia e Roberto che ci hanno fatto dividere in due gruppi da 12 bambini più una maestra, un gruppo ha fatto la visita esterna alla visita,
,
                                                              l'altro ha iniziato con un laboratorio.
Durante la visita Roberto ci ha detto che il grande spazio intorno alla villa era un tempo un circo costruito con mattoni di argilla e tufo e che era lungo 500 metri.









Nel "circo di Massenzio"
correvano i carri con i cavalli. I carri erano 4, numero simbolo delle stagioni e i cavalli erano 12, numero simbolo dei mesi dell'anno. Le squadre erano due, quella rossa e quella blu, ma poi se ne sono aggiunte altre. Questi carri correvano per il circo e poi uscivano da una porta. Essi facevano 7 giri e ad ogni giro si toglieva un uovo, che era per i Fenici segno di rinascita. Ai lati della pista c'erano le gradinate dove si sedevano gli spettatori,

invece l'imperatore aveva un posto solo per lui e la sua famiglia più in alto.












                                                                                   In mezzo alla pista

c'era una vasca che serviva a raffreddare le ruote dei carri, che essendo di fuoco correndo diventavano incandescenti, allora, mentre passavano, gli tiravano una secchiata d'acqua.








Vicino all'inizio della pista c'era l'arco trionfale

da dove entravano i partecipanti.









La guida ci ha fatto notare che dietro gli alberi si vedeva un pezzo del tetto della Villa di Massenzio.
 Inoltre abbiamo visto la tomba di Romolo, figlio di Massenzio. La tomba è di forma circolare ed è vicino ad un casale che ha costruito nel medioevo una famiglia ricca di nome Torlonia. 









Finita la spiegazione siamo andati a fare il laboratorio all'interno della villa con Luciana.
Entrati in una grande sala abbiamo trovato uno scheletro. Prima di iniziare il laboratorio la guida ci ha mostrato delle immagini di resti di scheletri e ci ha spiegato come fanno i paleontologi a risalire a importanti notizie su scheletri ritrovati, il loro sesso, l'età, la provenienza, ecc. Se lo scheletro è maschio o femmina si riconosceva dal bacino perché la donna, rispetto all'uomo, lo ha più largo in quanto dovrà tenere in pancia un bambino, poi dal naso che quello dell'uomo è più scavato delle donne e infine anche dalle ginocchia, dalla schiena e dagli alluci perché le donne lavorando i cereali stavano a gattoni per schiacciarli e assumevano così una posizione scorretta che con il passare del tempo, portava alla deformazione di quelle parti. Un'altra cosa che gli studiosi possono riconoscere guardando uno scheletro è l'età. La si capisce dai denti, se erano tutti grandi voleva dire che era un adulto, oppure dalle ossa delle gambe e delle braccia, all'interno delle quali mentre nei bambini c'è la cartilagine (e nello scheletro la si nota da un pezzetto azzurrino tra le ossa), che serve a far allungare le ossa, nell'adulto essa si ossifica e le ossa smettono di crescere (così nello scheletro di un adulto non visualizziamo più quel pezzetto azzurrino). L'età la si può ricavare anche dalla lunghezza e dal cranio dello scheletro diversi tra uomo e donna.

La guida ci ha invitato a coprire con della sabbia lo scheletro all'interno di una cassa,

ci ha dato degli attrezzi da lavoro, secchio, pennello, bicchiere, paletta e delle schede da compilare. Poi abbiamo iniziato a pulire lo scheletro spaventoso














Ad un certo punto abbiamo trovato degli oggetti "appartenenti allo scheletro": un'anfora di terracotta vicino alle gambe e ai piedi un piatto, due orecchini appoggiati sul cranio, una moneta dentro la bocca dello scheletro tra i denti (una cosa tipica dei romani).

Poi ci ha consegnato un metro e una freccetta che indica il Nord e ci ha detto di fotografare lo scheletro con quegli strumenti che facevano da riferimento.
Quindi abbiamo analizzato lo scheletro, e grazie alle informazioni ricevute dalla guida e dalle immagini in precedenza, abbiamo desunto assieme che si trattava dello scheletro di una femmina adulta. Abbiamo infine scattato delle foto allo scheletro e compilato delle schede inserendo tutte le informazioni inutili al riconoscimento.  Finito il laboratorio ci siamo riuniti,, abbiamo salutato  le guide e ci siamo diretti in un parco sull'Appia Antica dove abbiamo consumato un pasto.
Anche questa gita si è rivelata molto interessante ma non abbiamo imparato tante cose nuove.

lunedì 5 maggio 2014

Musei Capitolini

Il giorno 8/4/2014 siamo andati in gita ai Musei Capitolini. Abbiamo preso l'autobus 716, siamo arrivati davanti al Campidoglio,




abbiamo percorso una grande scalinata
e ci siamo trovati davanti ai Dioscuri : Castore e Polluce, i figli gemelli di Giove.









Al centro della piazza  si trova la riproduzione della statua di Marco Aurelio a cavallo.










Alle spalle della statua c'era una fontana con al centro la statua della dea Roma e sui fianchi c'erano due statue di uomini che rappresentavano il fiume Nilo e il Tevere.
Abbiamo conosciuto la guida di nome Giuseppe che ci ha condotto all'interno del museo. La prima cosa che abbiamo visto é una grande statua collocata su  una fontana che rappresenta Oceano, la divinità delle acque, uno dei fratelli di Giove. La leggenda racconta che tutti i fratelli di Giove si erano ribellati al fatto che lui fosse il supremo tranne Oceano il quale non  ebbe nulla in contrario. Il più ostile dei fratelli era Atlante per cui Giove per punirlo gli fece sorreggere il mondo sulle spalle per l'eternità. Inoltre la guida ci ha fatto notare come Oceano, essendo stato sempre buono con suo fratello Giove, viene rappresentato con il volto simile al suo. Poi ci ha informato che il volto di Oceano era raffigurato sui tombini della città a significare che egli governava il ciclo dell'acqua.
Poi abbiamo visto un' altra statua: Polifemo, il ciclope che fu accecato da Ulisse e i suoi compagni. Questa statua viene rappresentata da Polifemo seduto che schiacciava con il piede un compagno di Ulisse. L'altra statua interessante che abbiam visto era quella di Marte, il dio della guerra. La guida ci ha fatto notare che questa statua aveva sulla corazza incisi due leogrifi simboli della divinità di Apollo, tanto venerata dall'imperatore Augusto, uno stemma con la testa di Medusa che serviva ad intimorire gli avversari; sull'elmo aveva incisi due Pegaso, anch'essi simboli di Apollo.Inoltre questa statua, ci è stato detto che non era interamente originale infatti braccia, gambe e armi sono state riprodotte. A un certo punto abbiamo percorso un corridoio dove c'erano statue da collezione  di eroi e divinità: Cupido, dio dell' amore che veniva a volte scambiato per Mercurio , raffigurato nella preparazione dell' arco pronto a scagliare la freccia alla sua vittima.

domenica 2 marzo 2014

Ara Pacis

Il giorno 11/03/2014 siamo andati in visita all'ARA PACIS. Ci siamo andati con l' autobus n. 30 e quando siamo arrivati al museo abbiamo conosciuto le guide: Olimpia e Valentina. La prima cosa che abbiamo visto era un plastico di una parte di Roma, Campo Marzio costruito da Augusto. Nel plastico c'era il fiume Tevere, un acquedotto , il mausoleo dove era sepolta tutta la famiglia di Augusto e l'Ara Pacis.




L' Ara Pacis era un monumento con un altare dentro che aveva sei pannelli che rappresentavano tutti la parte della vita reale in alto e la vita vegetale in basso.



























In un pannello c'era la dea Roma seduta sopra i bottini di guerra e vestita con sandali , un elmo, una veste e il seno scoperto, segni di guerriera.









Su un altro pannello c'era al centro Tellus e accanto a lei c'erano Livia e Giulia: una rappresentava i venti e l'altra le acque .
















Quindi siamo entrati dentro e abbiamo visto delle decorazioni di foglie, frutti,animali.









La guida ci ha fatto vedere dei buchi che stavano nelle pareti e ci ha detto che servivano per far uscire l'acqua piovana, dato che il monumento era all'aperto e senza tetto.

 
 
 
 
 
 
 
 

Dopo siamo usciti dall' altare della pace e abbiamo visto altri bassorilievi .











Quindi abbiamo visto altri bassorilievi e le guide ci hanno fatto fare il laboratorio una specie di "ripasso".
 
 
 
 
Abbiamo fatto delle scene e dovevamo dire chi eravamo e che cosa avevano fatto.
Quando abbiamo finito siamo andati via. Tornando, abbiamo ripreso l'autobus e siamo tornati a scuola. Anche questa gita ci è piaciuta molto.

Museo delle Mura

Mercoledì 19 febbraio siamo andati al Museo delle Mura aureliane. Siamo partiti alle 9:15 e siamo arrivati alle 10:15 circa con l'autobus n. Visto che la visita era alle 10:30 abbiamo pensato di fare una merenda nel parchetto. Dopo la merenda siamo rientrati al museo e abbiamo conosciuto le guide: Giacomello e Domenico, due ragazzi molto giovani ma tanto simpatici e gentili. Innanzitutto Giacomello ci ha spiegato che la porta da dove eravamo passati si chiamava in origine porta Appia perché da lì partiva la via Appia, ma dopo ha cambiato nome e si è chiamata porta San Sebastiano. Poi siamo andati a vedere una parte delle mura che sono lunghe 19 Km, per vederle tutte non sarebbe bastata una giornata.
Giacomello ci ha detto che le mura erano state costruite dall'imperatore Aurelio nel 270 d.c., ci ha detto anche che ci furono dopo di lui altri due imperatori, Massenzio e Onorio, nel 300 d.c. Massenzio ha solo restaurato le mura, mentre Onorio nel 400 d.c. le ha alzate. Sulle mura si vedeva la differenza tra i lavori fatti da Aureliano, da Massenzio e da Onorio perché usavano tecniche diverse di costruzione. A quel punto Leonardo ci ha fatto fare un gioco: questo gioco consisteva nel riconoscere per primi la parte di mura di Aureliano, quella di Massenzio e infine quella di Onorio. E' stato molto divertente e istruttivo.


Dopo un po' siamo tornati davanti al museo e ci hanno detto a che cosa serviva l'arco detto di Druso


davanti alla porta Appia: serviva ,ai tempi dei romani, ad intrappolare i barbari perché una volta, sfondato il cancello della porta Appia, si trovavano in trappola perché dovevano sfondare un altro cancello ma c'erano i soldati sopra che gli tiravano le frecce e i sacchi di olio bollente. A quel punto abbiamo fatto una pausa, ci siamo rilassati e seduti a chiacchierare tra noi.






E quindi siamo entrati all'interno del museo,
abbiamo fatto molte scale e siamo entrati nelle mura.

Nella parte interna c'era molta erba ed il terreno era all'altezza del suolo,















mentre dall'altra parte era altissimo, questo perché le mura erano state costruite su un dislivello perché così era più facile combattere con i nemici.
 Le mura sopra avevano  un passaggio nel quale camminavano e combattevano alcuni soldati e c'erano anche le armi.












Dopo siamo entrati nel museo e abbiamo visto dei plastici: uno rappresentava la città nelle mura,
uno rappresentava le mura come erano fatte e poi un altro ancora.

Dopo siamo andati a fare il laboratorio con Domemico che ci ha fatto tirare delle biglie prima su un modellino di mura rettangolare e poi su un modellino rotondo: il senso di questa attività è stata che è meglio fare le torri rotonde invece che rettangolari perché resistono di più. Infine ci ha fatto sollevare uno scudo simile a quello dei romani.














Abbiamo salutato le nostre guide  e siamo tornati al parco per pranzare. Ad un certo punto ci siamo accorti che c'erano dei giochi e siamo andati a giocare assieme anche alle maestre come dei bimbi piccoli. Intorno alle 14 abbiamo ripreso l'autobus e siamo rientrati a scuola. Questa gita ci è piaciuta moltissimo e non ci ha fatto imparare cose nuove.