domenica 11 maggio 2014

Villa di Massenzio



Il giorno 14 maggio 2014 siamo andati in gita alla Villa di Massenzio
, naturalmente con i mezzi pubblici, prima l'autobus 769 e poi il 118. Quando siamo arrivati abbiamo conosciuto le guide: Lucia e Roberto che ci hanno fatto dividere in due gruppi da 12 bambini più una maestra, un gruppo ha fatto la visita esterna alla visita,
,
                                                              l'altro ha iniziato con un laboratorio.
Durante la visita Roberto ci ha detto che il grande spazio intorno alla villa era un tempo un circo costruito con mattoni di argilla e tufo e che era lungo 500 metri.









Nel "circo di Massenzio"
correvano i carri con i cavalli. I carri erano 4, numero simbolo delle stagioni e i cavalli erano 12, numero simbolo dei mesi dell'anno. Le squadre erano due, quella rossa e quella blu, ma poi se ne sono aggiunte altre. Questi carri correvano per il circo e poi uscivano da una porta. Essi facevano 7 giri e ad ogni giro si toglieva un uovo, che era per i Fenici segno di rinascita. Ai lati della pista c'erano le gradinate dove si sedevano gli spettatori,

invece l'imperatore aveva un posto solo per lui e la sua famiglia più in alto.












                                                                                   In mezzo alla pista

c'era una vasca che serviva a raffreddare le ruote dei carri, che essendo di fuoco correndo diventavano incandescenti, allora, mentre passavano, gli tiravano una secchiata d'acqua.








Vicino all'inizio della pista c'era l'arco trionfale

da dove entravano i partecipanti.









La guida ci ha fatto notare che dietro gli alberi si vedeva un pezzo del tetto della Villa di Massenzio.
 Inoltre abbiamo visto la tomba di Romolo, figlio di Massenzio. La tomba è di forma circolare ed è vicino ad un casale che ha costruito nel medioevo una famiglia ricca di nome Torlonia. 









Finita la spiegazione siamo andati a fare il laboratorio all'interno della villa con Luciana.
Entrati in una grande sala abbiamo trovato uno scheletro. Prima di iniziare il laboratorio la guida ci ha mostrato delle immagini di resti di scheletri e ci ha spiegato come fanno i paleontologi a risalire a importanti notizie su scheletri ritrovati, il loro sesso, l'età, la provenienza, ecc. Se lo scheletro è maschio o femmina si riconosceva dal bacino perché la donna, rispetto all'uomo, lo ha più largo in quanto dovrà tenere in pancia un bambino, poi dal naso che quello dell'uomo è più scavato delle donne e infine anche dalle ginocchia, dalla schiena e dagli alluci perché le donne lavorando i cereali stavano a gattoni per schiacciarli e assumevano così una posizione scorretta che con il passare del tempo, portava alla deformazione di quelle parti. Un'altra cosa che gli studiosi possono riconoscere guardando uno scheletro è l'età. La si capisce dai denti, se erano tutti grandi voleva dire che era un adulto, oppure dalle ossa delle gambe e delle braccia, all'interno delle quali mentre nei bambini c'è la cartilagine (e nello scheletro la si nota da un pezzetto azzurrino tra le ossa), che serve a far allungare le ossa, nell'adulto essa si ossifica e le ossa smettono di crescere (così nello scheletro di un adulto non visualizziamo più quel pezzetto azzurrino). L'età la si può ricavare anche dalla lunghezza e dal cranio dello scheletro diversi tra uomo e donna.

La guida ci ha invitato a coprire con della sabbia lo scheletro all'interno di una cassa,

ci ha dato degli attrezzi da lavoro, secchio, pennello, bicchiere, paletta e delle schede da compilare. Poi abbiamo iniziato a pulire lo scheletro spaventoso














Ad un certo punto abbiamo trovato degli oggetti "appartenenti allo scheletro": un'anfora di terracotta vicino alle gambe e ai piedi un piatto, due orecchini appoggiati sul cranio, una moneta dentro la bocca dello scheletro tra i denti (una cosa tipica dei romani).

Poi ci ha consegnato un metro e una freccetta che indica il Nord e ci ha detto di fotografare lo scheletro con quegli strumenti che facevano da riferimento.
Quindi abbiamo analizzato lo scheletro, e grazie alle informazioni ricevute dalla guida e dalle immagini in precedenza, abbiamo desunto assieme che si trattava dello scheletro di una femmina adulta. Abbiamo infine scattato delle foto allo scheletro e compilato delle schede inserendo tutte le informazioni inutili al riconoscimento.  Finito il laboratorio ci siamo riuniti,, abbiamo salutato  le guide e ci siamo diretti in un parco sull'Appia Antica dove abbiamo consumato un pasto.
Anche questa gita si è rivelata molto interessante ma non abbiamo imparato tante cose nuove.

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